A cura di Piera Mercedes Landoni, Responsabile Dipartimento Salute e Welfare PD Milano Metropolitana.
La pandemia ha messo in evidenza una serie di fragilità strutturali, in tutto il mondo, riguardo alla capacità di risposta delle istituzioni e dei sistemi sociosanitari ai bisogni dei cittadini e delle loro comunità.
E’ stata però anche l’occasione per mettere a punto nuove strategie dal campo della cura, della ricerca, della diagnostica, dell’epidemiologia, della farmaceutica, della formazione e dell’organizzazione, per ripensare l’approccio alla salute in un’ottica multidisciplinare e di condivisione in rete delle esperienze e dei risultati o, come ha proposto l’OMS, per assumere il modello One Health, un approccio che permetta di collegare organicamente le prospettive di una riforma sanitaria, su base continentale, alla più generale trasformazione della nostra società imposta dal cambiamento climatico e dalla ricerca di uno sviluppo sostenibile, verde, equo e digitale.
Tra queste sfide, quella di una futura Unione Europea della Salute basata, non solo sulla riforma dei Trattati sottoscritti da Stati nazionali sovrani, ma soprattutto su un progetto che metta al centro i diritti e i doveri dei singoli cittadini europei indipendentemente da passaporti e carte d’identità.
Partendo dal presupposto che la Salute Pubblica, oltre ad essere un diritto e un valore fondamentale in sé, che va tutelato e garantito, è anche un fattore cruciale per la crescita e il benessere dei cittadini europei e, più in generale, per la protezione sociale e la stabilità in tutta l’Unione, la riflessione -focalizzando strumenti e obiettivi sui quali lavorare, come partito e istituzioni, ma anche come operatori, professionisti, associazioni e cittadini d’Europa- apre ai diversi campi per i quali sarebbe auspicabile un rafforzamento del ruolo dell’UE nella costruzione, implementazione e organizzazione dei Servizi Sanitari Nazionali, al fine di rispondere alla domanda di salute dei cittadini europei, anche alla luce dei nuovi bisogni legati alle trasformazioni sociali, economiche, demografiche in atto. Di seguito le principali proposte:
• Partendo dai principi che sottendono agli obiettivi dei SSN, operare (attraverso campagne di sensibilizzazione e lavoro sul campo) arrivare ad una omogeneizzazione del concetto di Salute (nella sua accezione più ampia di benessere psico fisico e sociale nel proprio contesto di vita) per avviare un lavoro comune su quelli che sono i servizi da erogare sull’intero territorio europeo affinché concorrano a sostenere e incentivare la lotta alle diseguaglianze di salute nell’accesso alle cure, nella ricerca e nell’innovazione, nell’acquisizione di competenze in campo medico, farmacologico, tecnologico, digitale e organizzativo;
• Linee guida comunitarie per adozione e diffusione dell’approccio One Health in tutti gli Stati membri;
• Rafforzamento di HERA (Health Emergency and Preparedness Response Authority), ossia l’Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie allo scopo di operare nel potenziamento della capacità di resilienza delle persone nell’affrontare eventi imprevisti, come ad esempio le pandemie e nell’incrementare la sicurezza sanitaria delle comunità. Individuazione di strategie comuni per la sorveglianza e la lotta contro gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero
• Potenziamento, standard comuni di qualità e messa a sistema degli investimenti strutturali su ricerca e innovazione e trasformazione digitale;
• Creazione di un sistema europeo universitario integrato, incentrato su qualità e innovazione in campo formativo per operatori e professionisti in campo sanitario.
• Un sistema che preveda modalità di lavoro fortemente integrate fra studenti, docenti ed esperti territoriali, in particolare per quanto riguarda la cura e l’assistenza all’interno della medicina territoriale. Importante, inoltre, nell’ambito della formazione la valorizzazione e la promozione del ruolo delle figure professionali non mediche;
• Condivisione dei Data Base in tutti gli Stati membri attraverso la standardizzazione delle modalità di raccolta e utilizzo degli stessi;
• Individuazione e armonizzazione di livelli minimi uniformi di assistenza sanitaria e, in particolare strutturazione di standard minimi comuni europei per lo sviluppo dell’assistenza territoriale, al fine di ridurre le diseguaglianze di salute e garantire la stessa qualità di cura ai cittadini europei;
• Istituzione di un fascicolo sanitario e di un fascicolo sociale elettronico europeo
• Individuazione di regole e prassi comuni per la riduzione delle liste d’attesa;
• Campagne di sensibilizzazione e Piani comuni per la cura del disagio psichico e della malattia mentale. Promozione di standard minimi comuni per un approccio di carattere territoriale alla patologia e per la dotazione di figure professionali (non solo psichiatri e psicologi) all’interno delle strutture territoriali per la presa in carico del disagio psichico infantile e adolescenziale. Istituzione della Giornata europea della Salute Mentale;
• Campagne di sensibilizzazione e Piani d’azione comuni per la cura delle Patologie croniche e di patologie con alto tasso di mortalità (oncologiche, cardiovascolari, ecc.);
• Costituzione di reti europee per i trapianti e per le malattie rare;
• Diffusione in tutti gli Stati membri di un approccio di genere alla ricerca, oltre che alla cura, alla diagnosi e alla sperimentazione di farmaci;
• Diffusione in tutti gli stati membri di una legislazione comune e di un approccio maggiormente orientato alla prevenzione e alla promozione di stili di vita sani, soprattutto fra i giovani;
• Tassazione federale sull’utilizzo del fumo di sigaretta.