“Ho fatto un discorso di verità, non ho detto nulla di eretico. Ho solo ricordato che l’indennità che percepisce un deputato è di 4.700 euro, e non è di 10mila o 12mila come spesso si favoleggia”. Si è pentito? “No”. Lo dice, in un’intervista a La Stampa, Piero Fassino, ex segretario dei Ds, oggi deputato Pd, in merito al gesto fatto in aula alla Camera, mercoledì, quando ha sventolato la propria busta paga dicendo : “4718 non è uno stipendio d’oro”.
“Io non ho mica detto che quella indennità debba essere cambiata o aumentata. La ritengo adeguata, non mi sono lamentato”, ribadisce. “Non sono abituato a recriminazioni. Forse c’è stata in me l’ingenuità di credere che si potesse ragionare di questi temi in modo razionale e pacato e invece, come si è visto, non è possibile”, ha aggiunto.
“È stato un intervento di assoluta trasparenza, un atto di chiarezza rispetto alla disinformazione e al populismo che ormai da anni caratterizza il dibattito su questi temi”, ha aggiunto intervistato da QN.
“Anche la democrazia ha dei costi, tra questi il funzionamento del Parlamento. La vulgata secondo cui il parlamentare intasca ora dieci, ora dodici, ora quindicimila euro mensili netti è una falsità – prosegue su Qn– . E quel cedolino mostrato in Aula non è stato brandito per protesta, come molta stampa ha scritto, ma per mostrare le cifre esatte. Ma mi lasci dire che, inseguendo il populismo – sottolinea , si sono ridotti i parlamentari, si è abolito il finanziamento pubblico dei partiti, si sono tagliati indennità e vitalizi e quale risultato abbiamo conseguito? Abbiamo reso la politica più fragile e meno in grado di dare risposte ai problemi”.
La segretaria Schlein ha preso le distanze. Vi siete chiariti? “Non ce n’era bisogno – precisa a La Stampa – non ne abbiamo parlato. Io ho detto fin da subito che avrei parlato a titolo personale e non a nome del gruppo”.
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