Il tema della legge elettorale è tornato di attualità dopo che il segretario del PD nel suo discorso di investitura ha rilanciato la questione, esprimendo una preferenza per modelli maggioritari rispetto a quello proporzionalistico assunto dalla precedente segreteria. Letta inoltre non nasconde la sua predilezione per il Mattarellum che egli considera come molti altri, anche all’interno di LibertàEguale come si è visto nell’assemblea del 14, un sistema maggioritario. Ma è proprio così? Questo sistema è stato usato in elezioni politiche tre volte: nel 1994, nel 1996 e nel 2001. In tutti questi casi i risultati non si possono considerare molto soddisfacenti, pur per ragioni opposte. Alla sua prima applicazione il risultato raggiunto al Senato dallo schieramento vincente, il centrodestra, non raggiungeva la maggioranza assoluta che fu poi ottenuta con il passaggio di alcuni parlamentari dal polo centrista a Forza Italia. Tra questi Tremonti, Michelini e Grillo che furono premiati con incarichi governativi. Alla seconda prova nel 1996 a vincere fu lo schieramento di centrosinistra ma con uno scarto ridotto rispetto all’opposizione (19 alla camera e 9 al senato) e in larga misura dipendente dall’apporto di Rifondazione che ben presto si defilò rimpiazzato dai transfughi di Mastella e Follini. Solo alla terza prova il Mattarellum si è dimostrato maggioritario, anzi iper-maggioritario visto che in Sicilia il centrodestra conquistò il 100 % dei collegi uninominali e lo stesso fece nella provincia di Milano dove ottenne 29 seggi contro i due dell’ulivo. Un dato presente, pur con rapporti meno eclatanti in altre realtà del Nord. Molto meglio fece il vituperato Porcellum che nelle elezioni del 2006 assegnò al centro-sinistra 340 seggi alla camera con appena lo 0,07 % in più del centrodestra grazie al premio di maggioranza.
Purtroppo al Senato, dove il sistema elettorale era diverso, tale scarto si ridusse a poche unità interamente dovute ai seggi esteri che anzi ribaltarono il risultato che era stato perdente per il csx nei voti nazionali. La debolezza del governo Prodi che ne seguì non fu quindi attribuibile al modello elettorale della Camera ma all’esistenza del bicameralismo perfetto, con modelli elettorali diversi. Quindi il Mattarellum si è dimostrato inefficace in presenza di un quadro politico tripolare (1994) o con esiti imprevedibili negli altri casi perché o debolmente maggioritario (1996) o eccessivamente maggioritario (2001).
* Se il Porcellum, per motivi a me incomprensibili, non è riproponibile credo che la soluzione migliore sia quella esistente per le elezioni comunali, ove però va affrontata la questione delle dimensioni dei collegi che ovviamente peserà sul successo delle formazioni minori. Un altro modello a cui guardare è quello usato per l’elezione delle amministrazioni provinciali, prima che venissero abolite: a differenza dei comuni qui il collegio era uninominale con recupero dei resti che garantiva la rappresentanza ai partiti minori se raggiungevano una soglia del 3 %.
• E’ quello che avverrebbe ora se si andasse a votare con questo sistema. Vedi le simulazioni dell’Ist. Cattaneo Simulazione YouTrend – Cattaneo Zanetto & Co: se si votasse oggi col Mattarellum? – YouTrend