Emanuele Fiano: Quattro risposte sull’Europa

Libertà Eguale Milano Lombardia propone quattro domande a candidate e candidati in liste del centrosinistra nella circoscrizione Nord Ovest per il Parlamento Europeo, individuati grazie al buon rapporto di collaborazione instauratosi nel tempo con l’Associazione.

Le risposte di Emanuele Fiano, candidato del Partito Democratico nel collegio del Nord Ovest.

“Tre rapporti di analisi e proposte sul rilancio dell’Unione europea. Sono quelli che le istituzioni Ue hanno commissionato a due ex premier italiani, Enrico Letta e Mario Draghi, e al due volte ministro Enrico Giovannini, attuale direttore scientifico dell’ASviS. Il report di Enrico Letta si concentra sull’integrazione dei settori dell’energia, delle telecomunicazioni, della difesa e della finanza, con una tabella di marcia per realizzare progressi in ciascun settore entro il 2029. Il mercato e le infrastrutture energetiche dell’Europa rappresentano un punto focale, con Letta che dichiara che “il mercato unico dell’energia può benissimo essere la migliore risorsa dell’Europa per garantire il suo successo in un nuovo ordine globale”.

Mario Draghi chiede un “cambiamento radicale” e una “trasformazione dell’intera economia europea”. Serve, una rifondazione “non meno ambiziosa di quella che fecero i Padri fondatori 70 anni fa con la creazione della Comunità europea del Carbone e dell’Acciaio”.

Enrico Giovannini, ha presentato una relazione sulla necessità sistemica degli investimenti sociali, che, contrastando le crescenti disuguaglianze, sono una leva di crescita, non solo durante le crisi, “per consentire una migliore e più rapida reazione del sistema socioeconomico” e una capacità di “resilienza trasformativa strutturale” del sistema.

1) Anche alla luce di queste analisi, cosa pensa della necessità e dell’urgenza di una difesa comune e della creazione di un esercito europeo? Pur conoscendo le difficoltà date dalla operatività di diversi eserciti con storie diverse, anche se già integrati nella NATO, è un’utopia o è fattibile un salto in avanti in tempi brevi, anche data la pressione esercitata dalle guerre alle porte d’Europa?

Io penso che la creazione di un esercito comune e di una difesa comune sia un’esigenza non rinviabile e non rinunciabile della UE, anche nell’ottica della realizzazione di una politica estera comune. Quale può essere altrimenti il futuro dell’Unione Europea, in un mondo sempre più regolato da conflitti armati, come quelli ai nostri confini terrestri e marittimi e da conflitti non armati come quello economico e commerciale tra USA e Cina, le prime due potenze mondiali? Noi dobbiamo ricordarci del valore di quanto scritto all’Art. 52 della nostra Costituzione, unico passaggio in cui si citi nella Carta la parola “sacro”: “La difesa della patria è sacro dovere del cittadino” e applicarlo all’Unione, che dobbiamo percepire come la nostra patria. La difesa comune è la politica estera comune sono irrinunciabili e bisogna cominciare subito a costruirle dal primo giorno della nuova legislatura.

2) Uniformare fiscalmente l’Unione Europea è indispensabile anche per unificare meglio il mercato e non lasciare spazio alla “concorrenza sleale”: Che ruolo può avere il Parlamento Europeo per superare egoismi e ritrosie degli Stati a creare una sola Europa fiscale?

L’armonizzazione fiscale europea è un punto essenziale del nostro programma, che considera l’omogeneità degli aspetti più rilevanti delle regole economiche dei singoli stati come essenziale per costruire un’Europa solidale. Non possiamo permetterci sacche di privilegio in Europa per le aziende che ovviamente guardano con molto interesse ai paesi comunitari sede di vantaggio fiscale, ma questo determina migrazioni di sistemi industriali e dunque perdita di lavoro, occupazione, ricchezza. L’Europa deve essere una, con il massimo possibile di regole omogenee.

3) L’Europa, per poter crescere, non può permettersi un aumento delle diseguaglianze: quali sono le misure più urgenti per contrastarle nel campo sociale, della salute e del lavoro?

Contrastare le diseguaglianze significa imporre regole comuni sui diritti basilari. Tra questi nel campo del lavoro, la battaglia per il salario minimo europeo come valore comune è una di queste, così come una battaglia per una quota obbligatoria nei bilanci dei singoli stati per il finanziamento della sanità pubblica, ma anche più in generale, regole ferree sulla salvaguardia dei diritti umani e politici nei singoli stati, con provvedimenti più pesanti di quelli attuali in caso di inosservanza delle norme comuni, fino all’espulsione di quelle democrazie che tanto democrazie non sono.

4) La strategia di crescita a lungo termine dell’UE sarà possibile senza superare il diritto di veto dei singoli paesi? E lasciando in posizione dominante il Consiglio rispetto alle altre istituzioni dell’Unione? Cosa propone per accelerare il processo di costituzione di una Unione Europea all’altezza della sfida globale, che si gioca oggi, non in un futuro indefinito?

Ovviamente la risposta è che noi vogliamo rafforzare il ruolo del Parlamento europeo eletto dalle cittadine e dai cittadini europei e aumentando il numero di materie che vengono codecise con il consiglio europeo, Con il trattato di Lisbona, la procedura di codecisione è divenuta la procedura legislativa ordinaria. Rientrano in questa procedura oltre quaranta nuovi ambiti, come la libertà, la sicurezza e la giustizia, il commercio estero, la politica ambientale e la politica agricola comune. Noi vogliamo però in questa legislatura portare ad un livello perlomeno di parità decisionale anche le materie che oggi relegano il Parlamento ad una procedura unicamente di consultazione che invece ancora continua ad applicarsi in materie come il regime fiscale, la concorrenza, l’armonizzazione delle legislazioni non correlate al mercato interno e ad alcuni aspetti della politica sociale. E infine oltre ad elevare il ruolo del Parlamento, dovremo lavorare per ridurre l’obbligatorietà del voto unanime in Consiglio europeo, magari ottenendo la possibilità di ottenere votazioni a maggioranza qualificata oppure proponendo deroghe su materie fondamentali all’uso del diritto di veto, perché sul modello dei meccanismi decisionali nel consiglio europeo si gioca una partita decisiva sul futuro ruolo nel mondo della UE.

Si vota sabato 8 giugno dalle 15.00 alle 23.00 e domenica 9 giugno dalle 7.00 alle 23.00. Ciascuno vota nel proprio seggio di riferimento con documento di identità valido e tessera elettorale. Per votare occorre tracciare la X sul simbolo della lista e poi si possono esprimere fino a 3 preferenze purché di genere diverso (cioè due uomini e una donna oppure due donne e un uomo), scrivendo i cognomi dei candidati che si intende votare sulle righe accanto al simbolo. Il voto solo alla lista non va ad alcun candidato. Non è ammesso il voto disgiunto, cioè non è possibile votare una lista e dare le preferenze a candidati di un’altra lista. Verranno eletti i candidati che otterranno il maggior numero di preferenze.

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