Irene Tinagli: quattro risposte sull’Europa

Libertà Eguale Milano Lombardia propone quattro domande a candidate e candidati in liste del centrosinistra nella circoscrizione Nord Ovest per il Parlamento Europeo, individuati grazie al buon rapporto di collaborazione instauratosi nel tempo con l’Associazione.

Le risposte di Irene Tinagli, candidata del Partito Democratico nel collegio del Nord Ovest.

“Tre rapporti di analisi e proposte sul rilancio dell’Unione europea. Sono quelli che le istituzioni Ue hanno commissionato a due ex premier italiani, Enrico Letta e Mario Draghi, e al due volte ministro Enrico Giovannini, attuale direttore scientifico dell’ASviS. Il report di Enrico Letta si concentra sull’integrazione dei settori dell’energia, delle telecomunicazioni, della difesa e della finanza, con una tabella di marcia per realizzare progressi in ciascun settore entro il 2029. Il mercato e le infrastrutture energetiche dell’Europa rappresentano un punto focale, con Letta che dichiara che “il mercato unico dell’energia può benissimo essere la migliore risorsa dell’Europa per garantire il suo successo in un nuovo ordine globale”.

Mario Draghi chiede un “cambiamento radicale” e una “trasformazione dell’intera economia europea”. Serve, una rifondazione “non meno ambiziosa di quella che fecero i Padri fondatori 70 anni fa con la creazione della Comunità europea del Carbone e dell’Acciaio”.

Enrico Giovannini, ha presentato una relazione sulla necessità sistemica degli investimenti sociali, che, contrastando le crescenti disuguaglianze, sono una leva di crescita, non solo durante le crisi, “per consentire una migliore e più rapida reazione del sistema socioeconomico” e una capacità di “resilienza trasformativa strutturale” del sistema.

1) Anche alla luce di queste analisi, cosa pensa della necessità e dell’urgenza di una difesa comune e della creazione di un esercito europeo? Pur conoscendo le difficoltà date dalla operatività di diversi eserciti con storie diverse, anche se già integrati nella NATO, è un’utopia o è fattibile un salto in avanti in tempi brevi, anche data la pressione esercitata dalle guerre alle porte d’Europa?

Una politica di difesa europea che miri a promuovere e mantenere la pace, la sicurezza e il sostegno all’ordine internazionale basato su regole non è una esigenza astratta, ma la traduzione concreta dei valori fondamentali del PD e dei progressisti europei. La creazione di un esercito europeo può rappresentare il tassello finale di questa strategia, che però non può prescindere da una maggiore collaborazione nel campo dell’intelligence, della cibersicurezza, e nello sviluppo dell’industria europea della difesa.

2) Uniformare fiscalmente l’Unione Europea è indispensabile anche per unificare meglio il mercato e non lasciare spazio alla “concorrenza sleale”: Che ruolo può avere il Parlamento Europeo per superare egoismi e ritrosie degli Stati a creare una sola Europa fiscale?

Con i trattati attuali, il Parlamento, anche attraverso l’istituzione di una sottocommissione dedicata alle questioni fiscali, sta promuovendo dibattiti e risoluzioni per superare le resistenze degli Stati e favorire convergenze politiche. Solo una modifica dei trattati, che superi l’unanimità e conferisca al Parlamento il ruolo di co-legislatore pieno, permetterà una vera armonizzazione fiscale. Il Parlamento si è impegnato in tutte le sedi, inclusa la Conferenza sul futuro dell’Europa, per modificare i trattati in tal senso.

3) L’Europa, per poter crescere, non può permettersi un aumento delle diseguaglianze: quali sono le misure più urgenti per contrastarle nel campo sociale, della salute e del lavoro?

La convergenza verso l’alto del livello dei salari, evitando pratiche di dumping, deve essere la priorità in materia del lavoro nella prossima legislatura attraverso un pieno recepimento e applicazione della direttiva sui salari minimi. Particolare attenzione poi all’attuazione in Italia per contrastare l’uso diffuso di contratti pirata nel mercato del lavoro nazionale. Accanto a questo, costruire un’Europa sociale a partire da un’Unione della Salute, creando una nuova competenza comune in materia di malattie rare, assieme alla creazione di un’infrastruttura comunitaria di ricerca e l’impegno per un grande istituto pubblico per produzione, ricerca, distribuzione di vaccini e farmaci.

4) La strategia di crescita a lungo termine dell’UE sarà possibile senza superare il diritto di veto dei singoli paesi? E lasciando in posizione dominante il Consiglio rispetto alle altre istituzioni dell’Unione? Cosa propone per accelerare il processo di costituzione di una Unione Europea all’altezza della sfida globale, che si gioca oggi, non in un futuro indefinito?

Per giocare un ruolo da protagonista a livello globale l’UE deve colmare i suoi ritardi nella transizione digitale e mantenere il vantaggio competitivo acquisito su quella ambientale. Per farlo sono necessari investimenti, che i singoli Paesi da soli non possono sostenere. Ci vuole un piano europeo per questo. Chi si oppone cerca di lucrare un vantaggio interno all’UE, ma la vera partita è fuori di noi.

Si vota sabato 8 giugno dalle 15.00 alle 23.00 e domenica 9 giugno dalle 7.00 alle 23.00. Ciascuno vota nel proprio seggio di riferimento con documento di identità valido e tessera elettorale. Per votare occorre tracciare la X sul simbolo della lista e poi si possono esprimere fino a 3 preferenze purché di genere diverso (cioè due uomini e una donna oppure due donne e un uomo), scrivendo i cognomi dei candidati che si intende votare sulle righe accanto al simbolo. Il voto solo alla lista non va ad alcun candidato. Non è ammesso il voto disgiunto, cioè non è possibile votare una lista e dare le preferenze a candidati di un’altra lista. Verranno eletti i candidati che otterranno il maggior numero di preferenze.

 

 

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