Articolo di Marco Leonardi pubblicato da Il Foglio, che riprende i temi affrontati durante gli Incontri Riformisti a Eupilio.
Se non fosse così non si spiegherebbe perché in EU sta rimandando tutto: il patto di stabilità, il MES, il PNRR, per non parlare dell’assenza del governo italiano a tutti i tavoli dove si parla già della nuova programmazione dei fondi di coesione e dei fondi per l’agricoltura (che sono insieme la metà del bilancio europeo) quando ci sarà l’accesso dell’Ucraina. Agli altri paesi europei non sfugge che la programmazione dei fondi dovrà essere ben diversa da quella di adesso altrimenti i nuovi membri si prenderebbero tutto, ma l’Italia non partecipa a questo dibattito. Sul MES molti non credevano che l’Italia avrebbe resistito così tanto, unica a non firmare, eppure è così. Sul patto di stabilità l’Italia non sta chiudendo nessun accordo eppure ormai ha perso ogni occasione di alleanza ed è rimasta sola, non importa, non sta firmando lo stesso. Sul PNRR nonostante l’importanza del progetto per l’intera Europa (ma forse proprio per quello), l’Italia, invece di accelerare l’esecuzione e tagliare i rami secchi, pretende una revisione che porterà ulteriori ritardi. Il pensiero anche qui corre ad una nuova Commissione che magari approverà un piano diverso made in Meloni, con investimenti e riforme diverse (niente più balneari e concorrenza). Ad un nuovo consiglio europeo di capi di stato (che alla fine ha una parola decisiva) che alla fine sarà in larghissima parte composto dagli stessi di adesso ma in cui Meloni sarà più forte di prima in virtù dei risultati elettorali.
Che cosa può andare storto? Innanzitutto che appunto nel consiglio dei capi di stato saranno quelli di prima, magari più deboli, ma le opposizioni dei loro governi nazionali non sono meno preoccupate dell’Italia di quanto non lo siano Macron, Sholz e Sanchez. Anzi forse anche di più, i conservatori europei sono più rigidi sui conti pubblici.
E qui veniamo alla seconda cosa che può andare storta. In Europa non ci sono solo i rapporti di forza politici ma ci sono anche i mercati finanziari. I mercati sono pazienti e fiduciosi che l’Italia possa rimanere rispettosa degli equilibri di bilancio ma hanno le loro regole di funzionamento basate sui prezzi. In particolare nello spread Italia-Germania…