Le riforme del PNRR: salute e benessere

Di Giovanna Menicatti.
Intervento svolto agli Incontri Riformisti a Eupilio.

Il Covid ha portato a galla tutte le falle del sistema sanitario, e la più grande di tutte l’hanno pagata i cittadini sulla loro pelle: l’assistenza medica sul territorio. Nelle settimane più difficili della lotta al virus un contagiato su tre, è andato a intasare i Pronto Soccorso, dove dovrebbero arrivare solo i pazienti che richiedono una valutazione clinica complessa, e a occupare posti letto anche se avrebbe potuto essere curato a domicilio. L’ospedale, come unico punto di riferimento, in un anno di collasso, ha costretto inoltre a rimandare visite e diagnosi, con conseguenze che vedremo nel tempo.
La promozione di un modello di sviluppo sostenibile, basato su un approccio integrato rispetto alla salvaguardia delle risorse ambientali, sociali ed economiche, è alla base dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Secondo questo approccio, l’Obiettivo 3 dell’Agenda (Salute e benessere per tutti) è strettamente connesso con tutti gli altri 17 obiettivi, in quanto la salute dipende solo in parte dalla disponibilità di servizi sanitari per la prevenzione e la cura delle malattie, ma è in larga misura legata al contesto economico, sociale e politico nel quale si vive, come riconosciuto da tempo nei documenti strategici di settore, sia a livello nazionale che internazionale.
La crisi generata dalla pandemia di COVID-19 ha richiamato drammaticamente l’attenzione sulla necessità di reimpostare rapidamente le strategie relative al perseguimento degli obiettivi di salute e benessere secondo il nuovo modello di sostenibilità, e dunque a partire da azioni e politiche intersettoriali che tengano in debito conto tutti i “determinanti della salute”.
In tale prospettiva, un programma di investimenti che miri a rinforzare il sistema socio-sanitario e a promuovere la salute e il benessere di tutti deve basarsi sul concetto di “resilienza trasformativa” e sui principi di sostenibilità, circolarità, e lotta alle disuguaglianze sociali.
Sono 10 le aree nelle quali realizzare progetti e investimenti tesi alla ricostruzione innovativa del nostro sistema della salute. Per tre di esse vengono esposte proposte concrete di progettualità verso le quali indirizzare gli investimenti.
Le più significative sono:
– una sanità del territorio più resiliente sia agli effetti psicologici e fisici di eventi epidemici, sia alla contemporanea gestione delle altre numerose patologie non trasmissibili e del- l’assistenza ai più vulnerabili, come i disabili o i pazienti in svantaggio socio-economico e che preveda anche percorsi formativi per gli operatori sanitari;
– un efficace rilancio e promozione della “salute digitale” e delle sue infrastrutture tecnologiche necessarie a una telemedicina per obiettivi di assistenza, diagnosi e cura;
Sarà fondamentale l’innovazione tecnologica e l’introduzione di “modelli organizzativi efficaci e funzionali per declinare le potenzialità della tecnologia a vantaggio di una medicina che davvero possa dirsi di prossimità e personalizzata”. Oggi i rischi cyber sono quelli maggiormente rilevanti per una corretta integrazione delle nuove tecnologie. L’attacco Cyber alla sanità della Regione Lazio ne è l’esempio.
Basti considerare, il ruolo di primario rilievo assunto dalla telemedicina e dall’intelligenza artificiale nel monitoraggio e nella cura da remoto dei pazienti, cosa che favorisce la prevenzione, la gestione e il contenimento delle patologie.
– un potenziamento delle infrastrutture a supporto della ricerca biomedica e delle attività di studio e sviluppo per l’ottimizzazione dei sistemi sanitari.
Una gestione integrata ambientale e sanitaria dei rischi epidemici, da affiancare alle azioni sanitarie di sorveglianza e contenimento, attraverso la dotazione di un’adeguata rete di laboratori e con una strumentazione idonea per la sorveglianza della circolazione di patogeni negli ambienti di vita e di lavoro, in particolare in quelli sensibili come scuole, ospedali e RSA.

IL CONFRONTO PUBBLICO E PRIVATO con nuovi strumenti innovativi di sanità integrativa, capace di valorizzare il ruolo di telemedicina e teleassistenza nella gestione delle patologie croniche e di lunga degenza, e di offrire a un numero sempre crescente di pazienti la possibilità di accedere in modo rapido a servizi e prestazioni sanitarie, limitando i rischi che potrebbero emergere nella gestione delle patologie, sarà uno dei prossimi passaggi insieme alla tutela della privacy e dei dati personali dei pazienti.

 

Video della sessione di dibattito»

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