Dopo una breve introduzione, segue una specie di rappresentazione teatrale più che un dialogo filosofico more geometrico demonstrato, del rapporto tra mondo della vita e sistema. La ragione per cui si è ricorsi alla prima soluzione e non alla seconda è legata al tentativo di non fare uno scritto per addetti ai lavori. L’idea è quella di invitare lo spettatore/lettore a una lettura di Fatti e Norme. Nel file PDF sono disponibili alcune note rivolte ad approfondimenti di aspetti importanti del pensiero di Habermas».
***
Habermas ha messo al centro del suo pensiero politico la contraddizione, la tensione tra Sistema e Auto-organizzazione democratica della società. Suo padre Ernst dirigeva la sede locale della Camera di Commercio e dell’Industria di Colonia e questo potrebbe averlo aiutato a tener sempre presente nella sua opera l’effettualità del mondo del denaro (Economia) e del mondo del potere (Stato amministrativo) e averlo portato alla convinzione che con il capitalismo si deve volenti o nolenti, convivere. Nella prospettiva di Habermas la “società moderna appare internamente differenziata: da un lato i due ambiti sistemici dell’economia di mercato capitalistica e dello Stato amministrativo, dall’altro il mondo della vita, intessuto di relazioni mediate dal linguaggio, di cui fanno parte processi e istituzioni come la riproduzione culturale, l’integrazione sociale e la socializzazione”.
Vorrei applicare il modello dicotomico di Habermas che contrappone gli ambiti sistemici (cui corrisponde l’agire strategico, strumentale, funzionalistico) e il mondo della vita (cui corrisponde l’agire comunicativo) all’analisi di alcuni aspetti della mattinata di Alessandro, planner di Cosmos Spa e al suo pranzo con Franco, giornalista free-lance, ex compagno di Università. Habermas parte dai concetti di mondo della vita e di sistema per arrivare alla sua idea di diritto. Tale percorso, in Fatti e Norme è preliminare alla ricostruzione di una complessa intelaiatura concettuale (sfera pubblica, politica deliberativa, società civile, sistema politico) che mira a chiarire le condizioni di una prospettiva democratica e socialista nelle attuali società capitalistiche.
Alessandro (di famiglia benestante, Laurea in Economia e Commercio , Manager di Cosmos Spa, residente a Milano, rappresentante degli elettori che votano a sinistra o per il centro-sinistra – direbbe Paolo Natale) incontra Franco (nato a Isernia in una famiglia operaia, Laureato in Economia e Commercio, ma con qualche esame di Filosofia, giornalista free-lance non ancora consolidato , rappresentante in qualche misura dei dimenticati, di cui parla Tommaso Nannicini, in un recente articolo).
Caso di studio e dialogo
Alessandro, il responsabile della strategia di Cosmos Spa, una grande azienda quotata in borsa, prepara la presentazione che l’A.D. utilizzerà all’incontro con gli investitori. Nelle prime slides espone gli elementi di base del piano triennale che prevede un rafforzamento economico e patrimoniale dell’azienda anche grazie alla razionalizzazione delle attività produttive (digitalizzazione e conseguenti importanti riduzioni di personale). Nell’ultimo esercizio Cosmos ha continuato a macinare profitti in maniera nettamente superiore ai suoi competitor. Cosmos Spa, chiarirà l’A.D. all’Investor Day, ha una unica preoccupazione: quella di fare profitti e soprattutto quella di creare valore per gli azionisti, e l’entità dei dividendi attesi, sono lì a dimostrarlo. Per mitigare l’eccessivo “neo-liberismo” dell’incipit Giovanni chiede alla responsabile dell’Unità Sostenibilità, dei materiali sui risultati aziendali in termini di riduzione delle emissioni di carbonio, sulle politiche di genere e soprattutto sull’istituzione del nuovo Comitato Retribuzioni che vigila sui compensi degli amministratori. Due-tre chart saranno infatti dedicate alla sostenibilità ambientale, sociale e di Governance.
***
In questa prima “scena” è in azione un Alessandro ben integrato nel suo ruolo di planner. I colleghi di lavoro lo chiamano a ragione Testa proiettile. I numeri (statistica) e la razionalità strumentale sono i suoi punti di forza. Legge molti libri e per preparare la presentazione ha tratto importanti spunti dai riferimenti a Milton Friedman presenti nel recente libro “Fare Profitti” di Franco Debenedetti. Da uomo dell’organizzazione, nelle sue presentazioni e speech si limita a esporre al meglio la linea dell’Alta Direzione che è poi quella che spesso coincide con il consensus degli analisti. Le azioni di Alessandro sono riconducibili all’idea di agire strategico, strumentale, funzionalistico. Alessandro non avrebbe difficoltà ad ammettere che si è ormai adattato (se si utilizza il linguaggio di Habermas) agli imperativi funzionali dell’economia. Ovviamente ha le sue (personali) idee sugli impatti del nuovo piano strategico triennale ma è d’accordo con alcuni analisti che per una vera discontinuità occorrerebbe aspettare l’arrivo di un nuovo A.D. eventualità su cui circolano voci sempre più insistenti.
A pranzo Alessandro incontra Franco, un suo vecchio collega di Università che al momento fa analisi e scrive articoli economici come giornalista Free Lance.
FRANCO: Ho cominciato a lavorare con il Forum delle Disuguaglianze di Fabrizio Barca e mi hanno chiesto di preparare un articolo sulla Cogestione tedesca. L’idea è quella di arrivare a un confronto con le organizzazioni sindacali, confronto che cercheremo di allargare agli imprenditori che appaiono più sensibili all’urgenza di questo passaggio.
ALESSANDRO (sorridendo): L’unica proposta di Governance che noi, intendo l’ A.D. , potrebbe appoggiare è quella di accrescere il numero di Consiglieri indipendenti in CdA e forse potrebbe proporre una maggiore attenzione alla parità di genere.
FRANCO: Si vocifera di stipendi assai alti da voi. Un Senior manager come te non dovrebbe essere trattato male.
ALESSANDRO: Me la passo bene: la parte fissa supera i 150.000 euro lordi. Ma quella più interessante è la parte variabile. Sono inserito in un programma di stock option piuttosto remunerativo. Naturalmente tutto dipende dall’andamento del titolo in borsa ma negli ultimi anni ho portato a casa dei bei soldini.
Franco è amico di Alessandro anche per la capacità che gli attribuisce di mantenere sempre un certo distacco rispetto ai propri successi lavorativi. Ragionando riconoscono che le aziende “superstar” come Cosmos trattano i propri dipendenti in maniera nettamente più favorevole delle altre.
ALESSANDRO (continuando a sorridere): Sai, in uno speech, che ho preparato per l’A.D. ho dovuto teorizzare la congruità del valore delle stock option dell’Alta Direzione (valutabili al momento in un range da 1 a 5 mln di Euro) sulla base dell’argomento che sul mercato, gli Alti Dirigenti, o li paghi bene o se ne vanno. Ti ricordi quando all’Università il Prof. Marco Vitale ci diceva: “Un manager può prendere anche 10 – 20 volte più di un quadro intermedio, ma non 400”.
FRANCO: Sul piano della razionalità economica la logica del tuo speech non fa una grinza. Ma mi sembra che abbia ragione Marco Vitale. Certi stipendi, certe stock options sono troppo elevate se comparate con i salari medi di settore. Ti devo dire che con quello che guadagno riesco a malapena a pagarmi il vitto e l’alloggio. E’ anche per questo che lavoro con il Forum delle Disuguaglianze e ho accettato di scrivere qualcosa sulla cogestione.
ALESSANDRO: Hai bisogno di soldi?
FRANCO: Tutti ne abbiamo bisogno.
ALESSANDRO: Ti voglio dare una dritta. Ca un anno fa ho messo 2.000 euro in cripto. Lo sai quanto valgono adesso?
FRANCO: No, dimmelo!
ALESSANDRO: Più di 200.000 euro. Rendimenti paurosi…. Ti passo l’indirizzo di un Webinar che ti insegna cosa è la DEFI.
FRANCO: Ho sentito parlare di finanza decentralizzata, di applicazioni costruite sulla Blockchain, di smart contracts, ma non ho mai investito niente!
ALESSANDRO: Muoviti, il timing è chiave sui mercati! Se mettessi i miei soldi sulle piattaforme dove li ho messi un anno fa non sarei sicuro oggi di guadagnare!
FRANCO: Ho visto che anche su Coursera ci sono dei corsi introduttivi sul cripto. L’Università di Princeton propone mi sembra qualcosa sul Bitcoin.
ALESSANDRO: Muoviti, se no perdi il treno! Il Bitcoin è completamente superato. Il tasso di innovazione nel mondo del cripto si muove alla velocità del pensiero. E tu che fai? Sempre a leggere e ragionare! Devi investire. E alla svelta.
Franco come persona è forse più responsabile di Alessandro, che è invece più rapido e opportunista.
FRANCO: E’ vero, sei sempre stato svelto.
ALESSANDRO: Riesco semplicemente a gestire bene il cappello di uomo dell’organizzazione, e quello di uomo che discute con te di filosofia… insomma di uomo dai molteplici interessi: oggi ho messo le Cripto al primo posto.
FRANCO: Dr. Jekyll e Miss Hyde. Mah …. Non ho fatto che correre nel mondo. Ogni piacere l’ho afferrato al volo. Non l’ottenevo? che si perdesse. Così di corsa ho attraversato la mia vita.
ALESSANDRO: Chi è?
FRANCO: Sei te, è Faust, è Goethe.
ALESSANDRO: Il tuo solito umanesimo.
FRANCO: Hai letto, come ti avevo suggerito, Simmel? …Mi rispondo da solo. No. Ci troveresti l’idea furba che nella differenziazione sociale di noi moderni c’è la possibilità di appartenere contemporaneamente a più sfere sociali. L’individuo sociale è il fenomeno del futuro.
ALESSANDRO: Lo sai, ogni tanto ci penso alla tua idea di individuo sociale. Forse non è neanche troppo sbagliata, anche se è un’idea che non posso “esportare” in ufficio. Li siamo tutti egoisti, funzionali e razionali.
FRANCO: Ti ricordi di quando ti ho parlato di Habermas? Le dispute intorno a questioni del tipo – le stock options sono giuste? o in generale su come si deve regolare giuridicamente un conflitto, per lui sono decidibili razionalmente. La procedura per deciderle è appunto quello che lui chiama un «discorso razionale».
ALESSANDRO: Cosa intende per discorso razionale? Per me, intendo nel lavoro di tutti i giorni, sono razionale se faccio tutto ciò che è necessario per raggiungere i miei scopi, per intervenire con successo nel mondo.
FRANCO: Habermas accanto a questa razionalità strumentale, considera almeno un secondo tipo di razionalità, quella dell’agire comunicativo. Si ha agire comunicativo quando i progetti degli attori sociali non sono coordinati attraverso egocentrici calcoli di successo, come capita a te in azienda, bensì attraverso atti dell’intendersi, dell’intesa comunicativa come la chiama lui.
ALESSANDRO: Ma con la mia razionalità strumentale, io riesco a spiegare in maniera oggettiva i miei business plan o i risultati delle simulazioni del piano triennale a tutti, o almeno agli analisti finanziari. Ma la razionalità comunicativa non è soggettiva? cioè anche dopo il dibattito ognuno non rimane con le proprie idee?
FRANCO: E’ qui che arriva il bello. Per razionalità comunicativa Habermas intende un discorso imparziale svolto da attori che nell’occasione prestano ascolto solo ai buoni argomenti e trattano con lo stesso rispetto gli interessi e le pretese di tutte le persone coinvolte.
ALESSANDRO: Non mi vorrai dire che una questione come quella della Corporate Governance Aziendale – Consiglieri indipendenti versus Cogestione alla tedesca-, ammette una unica soluzione, quella che esce come la migliore da un dibattito razionale?
FRANCO: Habermas riconosce che nella effettiva pratica di vita dei soggetti sociali moderni, alla fine si può arrivare a conclusioni valide e razionali. Hai visto quello che sta accadendo in macroeconomia: nel discorso pubblico tutti sono diventati Keynesiani
ALESSANDRO: O quasi tutti … Dove li metti gli Hayekiani che prolificano in azienda?
FRANCO: E in economia aziendale oggi tutte le imprese formulano strategie sostenibili, anche voi, la Cosmos, se non mi sbaglio.
ALESSANDRO: Si ma un conto è se uno è sostenibile per convinzione o se uno lo è per interesse … (insofferente). Sono discorsi troppo sottili per me…. Un’altra questione… Ma Habermas non è anche quello che crede che nella società possano prevalere le discussioni anarchiche e libere della sfera pubblica?
FRANCO: No, Habermas non è un ingenuo. Sicuramente la sfera pubblica può riuscire a orientare le decisioni che si prendono ai livelli istituzionali (partiti e Parlamenti) facendo pesare il suo potenziale di persuasione morale. Ma può anche chiudersi in una dinamica viziosa quando un sistema politico autoreferenziale, non attento agli input che vengono dai cittadini, si lascia condizionare, dai poteri sociali non legittimati democraticamente, e in primo luogo da quelli economici.
ALESSANDRO: Sono quasi le tre; devo tornare in ufficio. Questi argomenti mi interessano anche se non ho il background necessario.
FRANCO: Ma secondo Habermas – e qui io sono d’accordo con lui-, è a livello di linguaggio quotidiano che possiamo discutere razionalmente alla ricerca di una intesa. Anche se, per non scoprire ogni volta l’acqua calda, è utile fare riferimento in molti casi agli esperti che professionalmente affrontano i temi che volta per volta ci interessano. Ti lascio andare. Anche per me si è fatto tardi. Alla prossima.
ALESSANDRO: Alla prossima.
***
Il pranzo tra amici ci riporta al mondo della vita e alla razionalità comunicativa volta all’intesa. Ovviamente i codici burocratici ed economici, altamente specializzati, non possono rimanere insensibili ai messaggi ricchi di contenuto normativo provenienti dalle sfere simboliche discorsivamente coordinate, nel caso in questione ad esempio i giudizi dei due amici sulle giuste retribuzioni dei manager o sulla democrazia economica. Questa indispensabile funzione di «cerniera» secondo Habermas viene svolta dal diritto, sia pubblico sia privato, che istituisce un piano di raccordo operando come trasformatore entro la circolazione comunicativa che, attraverso tutto il corpo sociale, si instaura tra sistemi, da un lato, e mondo della vita, dall’altro.